Ema Stokholma: «Nel mio armadio il vestito rosso portafortuna comprato 20 anni fa»

Ema Stokholma in una foto di Mary Stuart
di Giuliana Matarrese
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Novembre 2020, 12:49 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 15:16

Il vestito rosso di quando aveva quindici anni, e che indossa ancora ogni anno, per rassicurarsi di poterci ancora entrare; le scarpe da ginnastica che pensava di dover ridare indietro; la borsa usurata dal tempo dove conservava i dischi, che poi avrebbe messo sul piatto della consolle da dj, durante una delle sue serate. Ema Stokholma, 37 anni ai primi di dicembre, è l’eclettica deejay – dall’ancora più eclettico guardaroba – divenuta nota attraverso la sua partecipazione a Pechino Express nel 2017. Ma a svelarla davvero è stato il suo libro “Per il mio bene” in cui ha raccontato le violenze subite per mano della madre. Un libro verità importante per una delle colonne musicali di Rai Radio 2 dove conduce con Gino Castaldo Back2back ed Esordi e dove racconta le audizioni dei giovani ad AmaSanremo, (disponibili su Rai Play). Una passione, quella per la musica, antica tanto quanto quella per la moda, che ci racconta aprendoci il suo armadio.

Quando ha cominciato ad appassionarti alla moda?

«Sin da piccola in realtà: purtroppo però da ragazzina non potevo decidere cosa indossare, perché mia madre sceglieva per me. Ogni tanto andavo da Kilo Shop, una catena francese dove potevi acquistare vestiti al kg. Per non farmi scoprire, però, buttavo in borsa quando uscivo e poi me li infilavo mentre ero in ascensore».

Il primo acquisto?

«Un vestito che ho ancora oggi. Ero arrivata in Italia da poco, avevo 15 anni, e avevo visto una mia amica con questo vestito stretto, con la bretellina e lo spacco di lato, bianco. Così lo comprai rosso: ce l’ho ancora nell’armadio, e lo indosso ogni anno per controllare che mi vada ancora. Fortunatamente, ci sono sempre riuscita».

E quello al quale è più affezionata?

«Una borsa, rettangolare, in gomma rigida con la zip intorno: è orrenda, tremendamente trash (ride con il suo timbro inconfondibile, ndr).

Però me la regalò il mio manager agli inizi della carriera, perché potevo infilarci dentro i dischi, quando facevo le mie serate come dj».

Il pezzo che ha pensato mille volte di buttare, senza riuscirci mai?

«Una t-shirt presa ad un concerto di Kookers al Cocoricò, con su scritti i nomi dei miei più cari amici, con me quella sera».

E quello invece che fa da portafortuna?

«Un pantalone nero con una camicia bianca, che indosso anche ogni volta che ho un appuntamento di lavoro particolarmente importante: mi fa sentire professionale».

C’è qualcosa, in quest’armadio, che si è regalata per festeggiare un risultato speciale?

«Sì, un marsupio in nylon di Prada: l’ho preso un anno fa, per premiarmi della mia prima mostra di quadri».

Il pezzo che ricorda un regalo inaspettato?

«Delle Nike Air Max, ricevute diversi anni fa dall’ufficio stampa. Non sapevo che ci fosse l’abitudine di regalare abiti alle persone note, e non mi ritenevo particolarmente famosa. Quindi chiamai il brand, per essere sicura che non avessero fatto un errore».

Musicalmente, le piace il funk: qual è il capo più funky che possiede?

«Delle sneakers di Jeremy Scott x Adidas, con tanto di panda in peluche».

La sua “coperta di Linus”?

«Le felpe taglia XXL. E infatti sono disperata, perché adesso che siamo anche una visual radio, devo vestirmi di tutto punto per andare a lavorare».

E quello che le manca, e vorreste vedere appeso nel suo armadio?

«Tutta l’ultima collezione di Jacquemus, non c’è dubbio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA