Intelligence, Avril Haines, la prima direttrice della NI Usa: «Abbiamo tante giovani di talento»

Mentre tutti si congratulano con lei per essere diventata la prima donna alla guida della National Intelligence, Avril Haines preferisce spostare l’attenzione sul fatto non meno storico che la comunità oramai si è arricchita di moltissime donne: «Quel che importa – spiega a MoltoDonna – è che ci siano tante giovani nella comunità dell’intelligence che mostrano un talento straordinario e che guideranno il mondo nella prossima generazione». Gli Usa di fatto riscoprono una realtà scoperta già decenni fa.

LA STORIA

 Prima della Seconda Guerra Mondiale, l’intelligence Usa era frantumata fra vari ministeri e corpi militari. Quando nel 1942 nacque l’OSS, l’Office of Strategic Services, la “mamma” della futura Cia, gli Usa erano già nel mezzo della Guerra. In quella nuova agenzia che doveva coordinare tutta l’intelligence, il lavoro più difficile, estenuante e di precisione che dovette essere immediatamente espletato fu quello di raccogliere la miriade di rapporti segreti che arrivavano dai vari teatri di guerra, decrittarli, capirne l’importanza, catalogarli e presentarli ai comandanti delle sezioni interessate. Il tutto andava eseguito con estrema velocità, 24 ore al giorno e 7 giorni a settimana, senza interruzione. L’ufficio che se ne occupava era esclusivamente in mano a donne. Solo anni più tardi questa verità è venuta alla luce così come il ruolo che tante donne ebbero nell’intelligence ad alti livelli, persino come spie oltrecortina. Delle donne, fu spiegato, si considerava particolarmente utile «l’occhio attento ai dettagli» unito «alla capacità di guardare all’insieme». Quell’abilità è rimasta poi per decenni inutilizzata, negli anni della Guerra Fredda, quando il mondo era diviso in due blocchi, e tutto appariva bianco e nero, senza sfumature. Ma è diventata sempre più preziosa di recente, man mano che le minacce diventano più subdole, sfumate, sfuggenti. E non è un caso che il ruolo delle donne nel settore dell’intelligence e della sicurezza sia di nuovo tornato in prima linea, ma questa volta non più nell’ombra, non più in una sala segretissima, sepolta nei sotterranei inespugnabili del palazzo di Constitution Avenue di Washington in cui avevano sede i Capi di Stato Maggiore. Con la presidenza Biden abbiamo Avril Haines alla National Intelligence: era già stata vice direttrice della Cia e vice consigliere per la sicurezza nazionale. Ma il fenomeno Haines non è più una rarità. Gina Haspel ha diretto la Cia e Kirstjen Nielsen la Homeland Security durante la presidenza Trump, che pure è stata abbastanza avara di posizioni rilevanti per le donne. Obama aveva scelto una donna, Susan Rice, come consigliere per la sicurezza nazionale, aveva messo la Haines come vice della Cia e Janet Napolitano a guidare la Homeland Security, oltre a scegliere Michèle Flournoy come viceministro della Difesa e consigliere per l’antiterrorismo. E durante gli anni repubblicani di George Bush abbiamo visto Condoleezza Rice prima donna consigliere per la sicurezza nazionale. Tanti sono i nomi che andrebbero ricordati, non ultimi quelli dei segretari di Stato Madeleine Albright e Hillary Clinton, posizioni di politica estera ma estremamente correlate con la sicurezza nazionale.

SENZA DIFFERENZA

Quel che è successo negli Stati Uniti è che ogni volta che una donna è arrivata in posizioni di alto livello in qualsiasi settore governativo, da Jean Kirkpatrick prima ambasciatrice all’Onu o Sandra Day O’Connor prima donna giudice della Corte Suprema durante la presidenza di Ronald Reagan negli anni Ottanta, è stata di esempio per tante giovani che hanno avuto il coraggio di scegliere carriere in genere riservate agli uomini. È un fenomeno che si è ripetuto in tutti i settori, incluso quello dell’intelligence, che oggi conta un 38% di personale femminile. In un forum dedicato proprio a questo tema, la Security Industry Association, che lavora nel settore privato, ha notato che l’accresciuta richiesta di donne sia nel settore governativo che privato si deve al fatto che «sono più intuitive degli uomini, e portano anche una dose di intelligenza emotiva che aiuta a creare un approccio più vasto e completo». Tuttavia la strada delle donne in questo campo, tradizionalmente dominato dagli uomini, non è sempre facile. Il sergente maggiore Sheryl Lyon è oggi la prima donna consigliere per la cybersecurity sia per l’Esercito che per la Nsa, l’Agenzia di Intelligence del Pentagono, ed è felice di confermare che si sente finalmente «trattata da pari», ma ammette che ci sono voluti anni durante i quali ha dovuto provare di essere «doppiamente brava». 

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