Bruno Vespa dedica alla moglie un vino della sua masseria: è il “Donna Augusta”

Nella vita di coppia i regali scambiati per un anniversario, o senza una ragione precisa, scandiscono anche le fasi di una storia, lunga o breve che sia. C’è il primo dono, magari pensato per impressionare favorevolmente l’altro, per stupirlo o per commuoverlo. Ci sono quelli che siglano il passaggio a uno stadio successivo della relazione, il fidanzamento, il matrimonio, la nascita di un figlio. Ci sono quelli fissati dal calendario, dal compleanno al Natale, e quelli che si fanno per risarcimento. Una signora alquanto trascurata dal marito reagiva sospettosa quando questi, senza una ragione precisa, si presentava con un gioiello, «chissà cosa deve farsi perdonare».

PROTAGONISTI

I ricordi, belli o tristi, sono parte di una storia d’amore e proprio attorno ai doni vorremmo far girare questo primo racconto di coppia. Il primo racconto di una serie. Perché ogni regalo è quasi sempre anche un ricordo. Ad aprire la collezione di regali e ricordi, Bruno Vespa e sua moglie Augusta Iannini. Un matrimonio lungo quarantasei anni e un regalo, l’ultimo in ordine di tempo, piuttosto unico. Un vino bianco che Bruno, da anni produttore vinicolo, ha dedicato a lei, una vita in magistratura, poi garante per la privacy e oggi avvocato e consulente. Nonché ispiratrice e “direttrice dei lavori” della masseria “Li Reni” di Manduria, in Puglia. Perché a 70 anni compiuti invece di limitarsi a godere del molto raggiunto, la coppia Vespa progetta il futuro e affianca alle rispettive professioni e alla produzione di vini una nuova attività, quella di imprenditori nel settore turistico. «Il vino “Donna Augusta” non è propriamente un regalo – sorride Bruno Vespa – Direi che è piuttosto un risarcimento. Augusta si è molto impegnata per la masseria. Si è trasferita in Puglia, a Manduria, per seguire i lavori. E poi, in tutti questi anni, aveva scelto i nomi dei vini, “Raccontami”, “Noi tre” dedicato a me e ai nostri figli, Alessandro e Federico, c’è persino un passito che porta il nome del nostro cane, “Zoe”. Per lei niente. Non era giusto». Augusta: «A me piacciono i vini rossi. Ma la serie era finita e allora siccome in questi anni una qualche fatica l’ho fatta ho detto la mia: “Dedicatemi un vino bianco che somigli a un rosso”. Mi hanno guardato come si guarda una sciagurata». Bruno: «È un bianco che in effetti le somiglia. Un bianco di carattere. Nelle degustazioni al buio molti l’hanno scambiato per un vino francese perché ha una sua forza seduttiva. Un po’ come Augusta che è insieme dura e molto sensibile». Lei sorride e cita, a proposito del significato che ogni regalo nasconde, l’ultimo ricevuto dal marito, vino a parte. «Un bracciale per i miei settant’anni. Mi ha stupito perché non è un gioiello classico, è a fascia, quasi felino. Ricorda gli artigli di una tigre. No, non sono cattiva. È Bruno che mi percepisce un po’ aggressiva».

L’ORIZZONTE

Schermaglie di una coppia in cui dopo tanti anni ancora non è chiaro chi dei due possieda il timone della navigazione. L’impressione è che si alternino alla guida. Carriere di successo ma anche molto competitive per entrambi e poi, quando gli altri progettano di ritirarsi in campagna, l’impegno di un’altra vita professionale. E parallela: «Non mi piace annoiarmi e in pensione mi sarei annoiata. Occuparmi della masseria “Li Reni” e ora anche del ristorante “Santa Chiara” che comunque ha una sua autonoma gestione mi piace molto. Anche è una cosa che posso condividere con Bruno. La produzione di vino invece è una cosa soltanto sua». «Nella masseria decide tutto o quasi Augusta – interviene lui – E devo dire che questa nuova vita professionale ci ha molto legato. I lavori sono stati impegnativi, l’edificio è del 500 ed è stato totalmente restaurato. Poi si è aggiunto il ristorante a prezzi controllati, il Santa Chiara. Quest’estate avremo tre convegni. Il primo il 7 giugno su turismo e innovazione con la partecipazione di molti ministri e la sera prima una gran cena curata personalmente da Heinz Beck». Porta a Porta insomma si sposta a Manduria, Puglia, ma mentre Bruno e Augusta si salutano, uno va verso la riunione in Rai e l’altra a discutere con le maestranze («Qui in Puglia sono davvero molto simpatici, ma nonostante io sia sempre presente in cantiere, sblocca più una telefonata di Bruno che dieci mie richieste» sorride lei), resta il tempo per una carrellata dei doni di quarantasei anni insieme. «Bruno non ha mai dimenticato un anniversario e mi ha sempre regalato dei vestiti bellissimi. Ricordo un tailleur di Valentino, tanti anni fa, verde con una cintura viola». Lui: «Li facevo provare alle commesse perché volevo fosse una sorpresa». E il regalo che Bruno ricorda con più tenerezza? «Un orologio che Augusta mi regalò con uno dei primi stipendi da magistrato. E l’orologio che mi ha regalato poco tempo fa, con la sua prima parcella da libera professionista».

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